Chi pensa al Salento non può non pensare all’acqua cristallina del mare e alle meravigliose coste che lo caratterizzano.
Eppure vi interesserà sapere che il Salento è prima di tutto tradizione, legame indissolubile con le sue origini e la sua storia; ne sono la prova le numerose feste patronali disseminate per tutta la penisola e nei vari periodi dell’anno.
Elemento principale di queste ricorrenze sono senza alcun dubbio i giochi di luce delle luminarie, risultato di un’arte che affonda le sue radici nell’epoca romana e che nel tempo si è plasmata agli usi e costumi del territorio. Così, alle strutture lignee tuttora in uso, sono andati man mano ad accompagnarsi prima i lumini ad olio, poi quelli a petrolio, sostituiti ad oggi dalle lampadine elettriche. Ma l’arte delle luminarie richiede la sua maestria già nella prima fase, ovvero quella dell’abbozzo del disegno su un foglio di carta, spesso sostituito dall’asfalto stradale.
Infatti, proprio come un tempo, alcuni di questi artisti scelgono tutt’oggi di “fare le prove tecniche” direttamente sui pavimenti di piazze e strade, per poi ammirare il proprio lavoro dall’alto, valutarne meglio l’effetto prospettico e correggere gli eventuali difetti.
Il passo successivo consiste nel segnare con gessetti colorati i punti da illuminare, così da creare le linee guida per gli addetti ai lavori che dovranno montare le lampadine ai posti giusti in modo da ottenere gli effetti luminosi ricercati.
Dopo l’ideazione del disegno, segue la costruzione delle strutture in legno per cui il più delle volte viene utilizzato l’abete, per la sua robustezza e leggerezza, facile da intagliare e lavorare.
Una volta assicurati che gli elementi così montati suscitino l’effetto scenografico e prospettico desiderato, i maestri procedono con la pitturazione di tutti gli elementi; la tinta scelta è rigorosamente bianca, il colore migliore per riflettere la luce.
Anche la preparazione delle lampadine richiede la dovuta cura. Esse vengono colorate dagli stessi artigiani, infornate in forni a legna alla temperatura di circa 60°, per poi essere lasciate ad essiccare a lungo, affinché acquistino trasparenza e lucentezza.
Vengono poi inserite sui portalampade già montati con un alternarsi di potenza e colori, in modo da ricreare sempre l’effetto ricercato.
È più che evidente come dietro a quest’arte non ci siano semplici elettricisti, ma, prima di tutto, Artisti, disegnatori, falegnami.